giovedì 5 agosto 2010

Una lunga strada da fare

Un gran bel libro, coinvolgente, appassionante, a tratti perfino entusiasmante.
Una lunga strada da fare, New York - San Francisco  primavera 1963, di Peter S. Beagle, edito da Mattioli 1885, è bello anche fisicamente, elegante, con i bordi arrotondati tipo quaderno, carta e copertina pesanti. Uno di quei libri, ormai rari, che è un piacere leggere ed è un piacere tenere tra le mani.
Nella primavera del 1963 il ventiquattrenne Peter S. Beagle, futuro noto scrittore di fantasy, decide di lasciare New York per raggiungere a San Francisco la ragazza dalla quale ha avuto un figlio.
Lo accompagna l’amico d’infanzia Phil Sigunick, pittore e scultore.
I due effettuano il viaggio sui loro scooter, preparati ma non troppo, spinti da una voglia di conoscere le persone che li arricchisce a ogni tappa, sorpresi dallo scoprire un Paese a loro ignoto fino a quel momento.

Nel 1963 negli Stati Uniti il razzismo è un fenomeno diffuso, Martin Luther King pronuncia il discorso I have a dream e John Kennedy viene assassinato.
Il racconto del viaggio rende conto di tutto il bello e il brutto che Peter e Phil incontrano, con leggerezza ma senza superficialità.
E con qualche scambio di battute esplosivo. Arrivati al Grand Canyon, Peter commenta “Non abbiamo soldi da sprecare nel Canyon (un dollaro è troppo per delle uova liofilizzate, senza neppure essere presentati al grifone che le ha deposte)…”
Un unico appunto: si sente la mancanza di una cartina che aiuti a capire meglio il percorso effettuato e le difficoltà incontrate.