Già il titolo è un capolavoro e bisogna riconoscere che in questo Luis Sepulveda è un maestro, basta pensare a Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, edito da Salani.
Un titolo così bello che l'avevo scelto per questo blog, purtroppo era già stato utilizzato.
Il mondo alla fine del mondo, pubblicato da Guanda, unisce avventura, tutela dell'ambiente e della natura, vita in esilio, politica e speranza.
domenica 28 marzo 2010
martedì 16 marzo 2010
In terre lontane
Walter Bonatti, grandissimo scalatore protagonista di epiche imprese, nel 1965 inizia una collaborazione con Epoca.
Per quasi 15 anni Bonatti, lasciate le montagne, racconta sulla rivista le sue esperienze di viaggio in luoghi all'ora ancora poco conosciuti, come Alaska, Patagonia, Australia, Rio delle Amazzoni. Oggi, in un'epoca in cui si fa turismo anche sull'Himalya, potrebbero sembrare intinerari scontati, ma Bonatti con il suo taccuino e la macchina fotografica seppe raccontare mondi ancora poco conosciuti e avvicinare gli italiani a natura, animali e uomini così lontani dai nostri orizzonti.
I reportage pubblicati su Epoca sono stati poi raccolti nel volume In terre lontane, pubblicato da Baldini&Castoldi, e rileggere oggi quei resoconti e vedere quelle foto restituisce intatte le stesse emozioni e lo stesso piacere della scoperta di luoghi sconosciuti.

Per quasi 15 anni Bonatti, lasciate le montagne, racconta sulla rivista le sue esperienze di viaggio in luoghi all'ora ancora poco conosciuti, come Alaska, Patagonia, Australia, Rio delle Amazzoni. Oggi, in un'epoca in cui si fa turismo anche sull'Himalya, potrebbero sembrare intinerari scontati, ma Bonatti con il suo taccuino e la macchina fotografica seppe raccontare mondi ancora poco conosciuti e avvicinare gli italiani a natura, animali e uomini così lontani dai nostri orizzonti.
I reportage pubblicati su Epoca sono stati poi raccolti nel volume In terre lontane, pubblicato da Baldini&Castoldi, e rileggere oggi quei resoconti e vedere quelle foto restituisce intatte le stesse emozioni e lo stesso piacere della scoperta di luoghi sconosciuti.
giovedì 11 marzo 2010
La strada è di tutti
Cesare Fiumi, ottimo giornalista e scrittore, inviato del Corriere della Sera, per i suoi quarant'anni, si regala un viaggio che ripercorre quello dei protagonisti di Sulla Strada di Jack Kerouac, pubblicato da Mondadori.
Un viaggio di sedicimila chilometri lungo la mitica Route 66, alla scoperta dell'America di oggi e alla riscoperta dell'America di Kerouac, che Fiumi ha raccontato in La strada è di tutti, edito da Feltrinelli.
Insomma diecimila miglia attraverso l'America, con un auto naturalmente, perché era l'unico modo per riviverla, come dire, puntigliosamente, perché con l'auto ti puoi fermare in ogni posto, in ogni angolo dove Kerouac si era fermato. In realtà Kerouac l'aveva girata quasi sempre in auto, la prima parte del viaggio in autostop, ma poi con auto, invece, chiamiamole private, con auto che guidava N. Cassidy, Moriarty in On the road. E quindi ho provato a rifare questo percorso.
Perché credo che sia così l'andare ancora per strada, cosa che da noi in un territorio, in un paese anche come il nostro, che è stretto, noi siamo verticali rispetto all'orizzontalità degli Stati Uniti e alla vastità, dà un senso di, ancora oggi credo, di libertà, di possibilità di conoscenza, anche se si rischia quasi sempre così di rifare un po' il verso a un libro, a una generazione. Però, facendolo con molta umiltà credo che per tutti sia una possibilità quella di andare On the road. Per questo l'avevo chiamata La strada è di tutti, in questo senso.
Un viaggio di sedicimila chilometri lungo la mitica Route 66, alla scoperta dell'America di oggi e alla riscoperta dell'America di Kerouac, che Fiumi ha raccontato in La strada è di tutti, edito da Feltrinelli.
Vediamo come parla del suo viaggio e del suo libro Cesare Fiumi in un incontro con un gruppo di studenti.
... Intanto era un viaggio di nostalgia: la nostalgia più struggente è quella per ciò che non si è vissuto. In realtà credo che On the road non appartiene alla vostra generazione, non appartiene alla mia generazione.
Però ho scoperto l'anno scorso di avere gli stessi anni di On the road. Quindi On the road festeggiava i quarant'anni dall'uscita. Mi sembrava un'idea curiosa riattraversare quarant'anni dopo l'America per vedere, ma non sulle autostrade, rifacendo le vecchie strade di Kerouac, anzi fermandosi possibilmente in questi paesini del Midwest sperduti, andando verso Denver, e poi verso San Francisco e poi cercare, una volta a San Francisco, di attraversare le altre strade, Big Sur, e poi andare a Los Angeles, attraverso la 66, fino al Texas, giù in Messico.

La cosa che gli ha dato un senso di pellegrinaggio è stato che il giorno prima di partire per questo viaggio, è morto Allen Ginsberg. E quindi mi son trovato ad atterrare il giorno del funerale a New York, che è poi il luogo dove Ginsberg è stato sepolto, uno dei tre luoghi dove le ceneri sono state sepolte, sono state divise. E quindi partire dal giorno, diciamo da una sorta di omaggio, l'ultimo petalo beat che si staccava. E questo viaggio in realtà, mi ha, come dire, ha coperto questa voglia, me l'ha in qualche modo soddisfatta, insomma, della nostalgia per ciò che non si è vissuto.

domenica 7 marzo 2010
In Vespa
Nel 1992 Giorgio Bettinelli intraprende per caso il suo primo viaggio in scooter. Su una vecchia Vespa risistemata, attraversa l'Indonesia andando da Bali fino in cima a Sumatra.

Il mio consiglio è di cominciare in ogni caso dal primo - In Vespa - edito da Feltrinelli - perché Bettinelli riesce a trasmettere a chi legge il senso del suo stesso stupore per le difficoltà che riesce a superare, la bellezza dei luoghi, il piacere degli incontri con persone le più diverse e la felicità che gliene deriva.
Da allora non si ferma più, fino alla morte avvenuta nel 2008, e comincia a spostarsi in tutto il mondo sempre su una Vespa. E non viaggi da poco, per capirci: dall'Italia al Vietnam, dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo, per finire con il giro della Cina.
I numerosi libri nei quali racconta queste sue avventure sono tutti godibilissimi e si possono leggere senza seguire un ordine cronologico perché ognuno fa storia a sé.


Una vita scandita dalle migliaia di chilometri trascorsi sul sellino dello scooter senza mai l'affanno della strada da percorrere ma sempre con la disponibilità d'animo di chi è pronto a sempre nuove scoperte ed è sempre pronto a mettersi in discussione, sempre con ironia mai con superficialità. E con grande capacità di cogliere le ansie e i tormenti di chi gli sta vicino. Di un'amica che vorrebbe in cuor suo partire con lui, ma non può nemmeno minimamente pensare di lasciare i suoi impegni, scrive che "è un destino crudele quello di chi ha un'anima ligia al dovere e un cuore fuorilegge".
Iscriviti a:
Commenti (Atom)