domenica 7 marzo 2010

In Vespa

Nel 1992 Giorgio Bettinelli intraprende per caso il suo primo viaggio in scooter. Su una vecchia Vespa risistemata, attraversa l'Indonesia andando da Bali fino in cima a Sumatra.
Da allora non si ferma più, fino alla morte avvenuta nel 2008, e comincia a spostarsi in tutto il mondo sempre su una Vespa. E non viaggi da poco, per capirci: dall'Italia al Vietnam, dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo, per finire con il giro della Cina.
I numerosi libri nei quali racconta queste sue avventure sono tutti godibilissimi e si possono leggere senza seguire un ordine cronologico perché ognuno fa storia a sé.
Il mio consiglio è di cominciare in ogni caso dal primo - In Vespa - edito da Feltrinelli - perché Bettinelli riesce a trasmettere a chi legge il senso del suo stesso stupore per le difficoltà che riesce a superare, la bellezza dei luoghi, il piacere degli incontri con persone le più diverse e la felicità che gliene deriva. 
Una vita scandita dalle migliaia di chilometri trascorsi sul sellino dello scooter senza mai l'affanno della strada da percorrere ma sempre con la disponibilità d'animo di chi è pronto a sempre nuove scoperte ed è sempre pronto a mettersi in discussione, sempre con ironia mai con superficialità. E con grande capacità di cogliere le ansie e i tormenti di chi gli sta vicino. Di un'amica che vorrebbe in cuor suo partire con lui, ma non può nemmeno minimamente pensare di lasciare i suoi impegni, scrive che "è un destino crudele quello di chi ha un'anima ligia al dovere e un cuore fuorilegge".

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