Un viaggio di sedicimila chilometri lungo la mitica Route 66, alla scoperta dell'America di oggi e alla riscoperta dell'America di Kerouac, che Fiumi ha raccontato in La strada è di tutti, edito da Feltrinelli.
Vediamo come parla del suo viaggio e del suo libro Cesare Fiumi in un incontro con un gruppo di studenti.
... Intanto era un viaggio di nostalgia: la nostalgia più struggente è quella per ciò che non si è vissuto. In realtà credo che On the road non appartiene alla vostra generazione, non appartiene alla mia generazione.
Però ho scoperto l'anno scorso di avere gli stessi anni di On the road. Quindi On the road festeggiava i quarant'anni dall'uscita. Mi sembrava un'idea curiosa riattraversare quarant'anni dopo l'America per vedere, ma non sulle autostrade, rifacendo le vecchie strade di Kerouac, anzi fermandosi possibilmente in questi paesini del Midwest sperduti, andando verso Denver, e poi verso San Francisco e poi cercare, una volta a San Francisco, di attraversare le altre strade, Big Sur, e poi andare a Los Angeles, attraverso la 66, fino al Texas, giù in Messico.

La cosa che gli ha dato un senso di pellegrinaggio è stato che il giorno prima di partire per questo viaggio, è morto Allen Ginsberg. E quindi mi son trovato ad atterrare il giorno del funerale a New York, che è poi il luogo dove Ginsberg è stato sepolto, uno dei tre luoghi dove le ceneri sono state sepolte, sono state divise. E quindi partire dal giorno, diciamo da una sorta di omaggio, l'ultimo petalo beat che si staccava. E questo viaggio in realtà, mi ha, come dire, ha coperto questa voglia, me l'ha in qualche modo soddisfatta, insomma, della nostalgia per ciò che non si è vissuto.

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