Claudio Magris non tradisce mai grazie alla capacità di trasmettere la sua cultura senza annoiare e senza presunzione. Oltre che alla capacità di cogliere i sentimenti e i moti delle persone senza lasciarsi condizionare dalle apparenze.
Questa volta mi sono fermato alla prima pagina, dove si racconta del signor Schonhut, tuttofare del Tempio israelitico, che non ha mai capito la storia del Diluvio.
O meglio, non capisce cosa abbiano di meglio gli assassini di oggi rispetto a quelli di prima, affogati tutti come topi.
Perché, come dice Schonhut, le cose mica sono andate meglio dopo, anzi, macellai e crudeltà a non finire.
Leggevo queste righe nei giorni successivi alla strage dei giovani socialisti nell'isola norvegese e, fuor di retorica, mi è sembrato che Magris avesse scritto quelle parole per l'occasione e non nel 1997.
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Nato a Trieste nel 1939, Claudio Magris è saggista, studioso di letteratura mitteleuropea, scrittore e collaboratore del Corriere della Sera. Tra i suoi libri, Danubio e L'infinito viaggiare. |
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