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Nel 1966 si trova in Africa e sale il Kilimangiaro in Tanzania e in Uganda il esplora il Ruwenzori ripercorrendo il percorso del Duca degli Abruzzi del 1966 e raggiungendone la cima. 
Nel 1967 giunge sull'Alto Orinoco ed entra in contatto con la popolazione indigena degli waikas Yanoami.Con due spedizioni (1967 e 1978) andrà alla ricerca delle sorgenti del Rio delle Amazzoni.
Nell'ottobre 1968 si reca a Sebanga, nell'isola di Sumatra per studiare il comportamento della tigre al cospetto dell'uomo ed entra in contatto con i sakai, una popolazione di aborigeni provenienti originariamente dalle giungle malesi.

Nel 1969 visita le Marchesi, dove ripercorre nella giungla il viaggio-fuga di Melville (dai più ritenuto una semplice invenzione a fini novellistici), quando era scappato dall'imbarco della baleniera dove prestava servizio, ed era poi stato prigioniero dei cannibali. Ritrova i luoghi precisi narrati da Melville e comprova la veridicità di tale storia.
Nel 1970 è a Capo Horn, sempre in solitaria.
Nel 1971 è in Australia, dove esplora il "centro rosso" e le sponde orientali del Lago Eire, nel Deserto Simpson. Nello stesso anno esplora per 500 chilometri i fiordi della Patagonia. Parte dalla Penisola di Taitao per arrivare fino alla Laguna di San Rafael, alla testata del ghiacciaio. Sempre nel 1971, col suo compagno Folco Doro Altan con cui ha già scalato le vette patagoniche nel 1958, naviga lungo l'intero corso del fiume Santa Cruz dal Lago Viedma fino all'Atlantico, con l'intento di ricordare la prima esplorazione del geografo Francisco Moreno avvenuta nel 1877, seguita a quella nel 1834 del giovane Charles Darwin che aveva dovuto rinunciare all'impresa dopo ventun giorni per le difficoltà incontrate nel risalire con le scialuppe del Beagle l'impetuosa corrente.
Nel 1972 è in Zaire e in Congo, sul vulcano Nyiragongo e tra i pigmei. Nel 1973 Bonatti decide di ripercorrere un celebre itinerario fluviale nelle regioni dell'Amazzonia venezuelana, quello compiuto tra il 1799 e il 1804 dal barone Alexander von Humboldt, descritto nei trenta volumi del “Viaggio nelle regioni equinoziali del Nuovo Continente”. L'avventura durerà due mesi e si snoderà lungo i corsi d'acqua Adabapo, Casiquiare, Padamo ed il grande Orinoco, a bordo di diverse imbarcazioni in uso nella zona. Le impressioni che ne ricaverà Bonatti sono sorprendentemente simili a quelle che Humboldt scriveva 174 anni prima nel suo diario.
Nel 1974 è in Nuova Guinea tra i Dani. Nel 1975 è sulle Terre Alte della Guayana.
Nel 1976 è in Antartide, dove esplora le Valli Secche, con il prof Carlo Stocchino, oceanografo e meteorologo del CNR, leader della spedizione, il dott. Ivo Di Menno, tecnico elettronico, l'amm. Enrico Rossi, idrografo e ufficiale di Stato Maggiore della Marina Italiana e l'alpinista neozelandese Gary Ball.
Nel 1978 torna in Sudamerica, alla ricerca delle sorgenti del Rio delle Amazzoni. Trovandole dimostra l'errore di una precedente spedizione che ha cementato una targa commemorativa che segnala le sorgenti in un luogo sbagliato.
Nel 1985-1986, con due compagni, ritorna in Patagonia sullo Hielo Continental, con l'intento di compiere una spedizione in completa autosufficienza, procurandosi il cibo lungo il percorso e senza utilizzare mezzi di trasporto. Ma le difficoltà si fanno insuperabili risultando impossibile procurarsi il cibo senza contravvenire ai divieti di caccia imposti dalle autorità (non potendo vivere di pesca perché tutte le acque della Patagonia sono oligotrofiche, cioè prive di qualsiasi forma di vita). I tre componenti del gruppo sono costretti a rinunciare a proseguire con il loro proposito originario e la spedizione assumerà per forza di cose caratteristiche alpinistiche, impegnandosi nella salita ad una vetta inviolata, alla quale verrà conferito il nome di Punta Giorgio Casari, in ricordo di un amico scomparso.
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Un bel ritratto di Walter Bonatti, scritto da Laura Leonelli, lo trovate su http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-09-16/bonatti-fotografo-201633.shtml?uuid=AabJw54D |
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