domenica 9 ottobre 2011

In viaggio con Salgari

Ho appena intrapreso un lungo viaggio con Emilio Salgari.
Ho comperato in libreria Salgari - Tutte le avventure di Sandokan, edito da Newton Compton Editori. Un poderoso volume di oltre 2.000 pagine che, a dispetto del titolo non contiene solo il ciclo completo di Sandokan ma anche quello di Tremal-Naik.
Undici romanzi in un colpo solo a soli 15 euro dal momento che già il libro ha un prezzo basso, 19,90 euro a cui sottrarre uno sconto del 25%.
(Tra l'altro, ma non è entrata in vigore la legge che vieta sui libri sconti superiori al 15%?)
Qualcuno potrà anche storcere il naso sostenendo, e non a torto, che le nozioni storiche e geografiche di Salgari erano un po' approssimative e che ha scritto di luoghi che non aveva mai visto, resta il fatto che almeno tre - se non quattro - generazioni di italiani hanno vissuto l'avventura grazie ai suoi libri.
Emilio Salgari (Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911), autoredi di romanzi d'avventura molto popolari, noto soprattutto per il ciclo dei pirati della Malesia.

mercoledì 28 settembre 2011

Sergio Bonelli

Più che Tex, per me Sergio Bonelli è stato Ken Parker. Ricordo bene l'entusiasmo del mio amico Danilo che continuava a ripeterrmi che dovevo leggerlo.
All'epoca, io per i fumetti ero più sulla fantascienza, Jeff Hawke e Dan Dare, mentre lui era per Guido Crepax, Valentina e anche Histoire D'O.
C'era già stata la ventata di novità portata da Soldato Blu, con la diversa prospettiva con cui veniva vista la conquista del West. E con la sfolgorante apparizione di Candice Bergen.
Fatto sta che fummo conquistati da questo personaggio disegnato sulle fattezze del Robert Redford di Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, altro film di culto.
Ken Parker, onesto, perfino ingenuo a volte, ironico, sempre pronto a mettersi in gioco, sempre pronto a difendere i deboli contro i forti.
Poi, ma solo poi, venne Dylan Dog.

domenica 25 settembre 2011

BookCrossing

Incontro di bookcrossing sotto casa, in via Bernardino Verro, a Milano, nei giardinetti all'angolo della strada.
Organizzato da un gruppetto di abitanti del quartiere, è stato un successo, un bel momento di incontro tra lettori. Buona l'affluenza delle persone, buona la quantità dei libri e buona la qualità.
Di fronte all'interesse suscitato dall'inziativa, riesce difficile credere che l'Italia sia un fanalino di coda negli indici di lettura di libri e quotidiani.
Una piccola dimostrazione che un'altra Italia è possibile.

domenica 18 settembre 2011

Walter Bonatti

Walter Bonatti è stato uno dei più grandi alpinisti del mondo, è l'uomo che ha dovuto aspettare oltre cinquant'anni prima che gli venisse riconosciuto il ruolo avuto nella conquista del K2 nel 1954 quando aveva 24 anni, ma per molti di noi, forse per la maggioranza degli italiani, è stato l'uomo che ci ha guidato alla scoperta del mondo e della natura con i suoi viaggi, i suoi racconti e le sue fotografie di terre lontane pubblicate su Epoca.
Cito da Wikipedia;
Nel 1966 si trova in Africa e sale il Kilimangiaro in Tanzania e in Uganda il esplora il Ruwenzori ripercorrendo il percorso del Duca degli Abruzzi del 1966 e raggiungendone la cima.
Nel 1967 giunge sull'Alto Orinoco ed entra in contatto con la popolazione indigena degli waikas Yanoami.Con due spedizioni (1967 e 1978) andrà alla ricerca delle sorgenti del Rio delle Amazzoni.
Nell'ottobre 1968 si reca a Sebanga, nell'isola di Sumatra per studiare il comportamento della tigre al cospetto dell'uomo ed entra in contatto con i sakai, una popolazione di aborigeni provenienti originariamente dalle giungle malesi.
Nel 1969 visita le Marchesi, dove ripercorre nella giungla il viaggio-fuga di Melville (dai più ritenuto una semplice invenzione a fini novellistici), quando era scappato dall'imbarco della baleniera dove prestava servizio, ed era poi stato prigioniero dei cannibali. Ritrova i luoghi precisi narrati da Melville e comprova la veridicità di tale storia.
Nel 1970 è a Capo Horn, sempre in solitaria.
Nel 1971 è in Australia, dove esplora il "centro rosso" e le sponde orientali del Lago Eire, nel Deserto Simpson. Nello stesso anno esplora per 500 chilometri i fiordi della Patagonia. Parte dalla Penisola di Taitao per arrivare fino alla Laguna di San Rafael, alla testata del ghiacciaio. Sempre nel 1971, col suo compagno Folco Doro Altan con cui ha già scalato le vette patagoniche nel 1958, naviga lungo l'intero corso del fiume Santa Cruz dal Lago Viedma fino all'Atlantico, con l'intento di ricordare la prima esplorazione del geografo Francisco Moreno avvenuta nel 1877, seguita a quella nel 1834 del giovane Charles Darwin che aveva dovuto rinunciare all'impresa dopo ventun giorni per le difficoltà incontrate nel risalire con le scialuppe del Beagle l'impetuosa corrente.
Nel 1972 è in Zaire e in Congo, sul vulcano Nyiragongo e tra i pigmei. Nel 1973 Bonatti decide di ripercorrere un celebre itinerario fluviale nelle regioni dell'Amazzonia venezuelana, quello compiuto tra il 1799 e il 1804 dal barone Alexander von Humboldt, descritto nei trenta volumi del “Viaggio nelle regioni equinoziali del Nuovo Continente”. L'avventura durerà due mesi e si snoderà lungo i corsi d'acqua Adabapo, Casiquiare, Padamo ed il grande Orinoco, a bordo di diverse imbarcazioni in uso nella zona. Le impressioni che ne ricaverà Bonatti sono sorprendentemente simili a quelle che Humboldt scriveva 174 anni prima nel suo diario.
Nel 1974 è in Nuova Guinea tra i Dani. Nel 1975 è sulle Terre Alte della Guayana.
Nel 1976 è in Antartide, dove esplora le Valli Secche, con il prof Carlo Stocchino, oceanografo e meteorologo del CNR, leader della spedizione, il dott. Ivo Di Menno, tecnico elettronico, l'amm. Enrico Rossi, idrografo e ufficiale di Stato Maggiore della Marina Italiana e l'alpinista neozelandese Gary Ball.
Nel 1978 torna in Sudamerica, alla ricerca delle sorgenti del Rio delle Amazzoni. Trovandole dimostra l'errore di una precedente spedizione che ha cementato una targa commemorativa che segnala le sorgenti in un luogo sbagliato.
Nel 1985-1986, con due compagni, ritorna in Patagonia sullo Hielo Continental, con l'intento di compiere una spedizione in completa autosufficienza, procurandosi il cibo lungo il percorso e senza utilizzare mezzi di trasporto. Ma le difficoltà si fanno insuperabili risultando impossibile procurarsi il cibo senza contravvenire ai divieti di caccia imposti dalle autorità (non potendo vivere di pesca perché tutte le acque della Patagonia sono oligotrofiche, cioè prive di qualsiasi forma di vita). I tre componenti del gruppo sono costretti a rinunciare a proseguire con il loro proposito originario e la spedizione assumerà per forza di cose caratteristiche alpinistiche, impegnandosi nella salita ad una vetta inviolata, alla quale verrà conferito il nome di Punta Giorgio Casari, in ricordo di un amico scomparso.

Un bel ritratto di Walter Bonatti, scritto da Laura Leonelli, lo trovate su http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-09-16/bonatti-fotografo-201633.shtml?uuid=AabJw54D


giovedì 8 settembre 2011

Microcosmi

Uno di quei libri da leggere e rileggere. Ogni volta che prendo in mano Microcosmi, edito da Garzanti, scopro delle pagine di cui nella lettura precedente non avevo colto la profondità o la volte la leggerezza e l'umorismo.
Claudio Magris non tradisce mai grazie alla capacità di trasmettere la sua cultura senza annoiare e senza presunzione. Oltre che alla capacità di cogliere i sentimenti e i moti delle persone senza lasciarsi condizionare dalle apparenze.
Questa volta mi sono fermato alla prima pagina, dove si racconta del signor Schonhut, tuttofare del Tempio israelitico, che non ha mai capito la storia del Diluvio.
O meglio, non capisce cosa abbiano di meglio gli assassini di oggi rispetto a quelli di prima, affogati tutti come topi.
Perché, come dice Schonhut, le cose mica sono andate meglio dopo, anzi, macellai e crudeltà a non finire.
Leggevo queste righe nei giorni successivi alla strage dei giovani socialisti nell'isola norvegese e, fuor di retorica, mi è sembrato che Magris avesse scritto quelle parole per l'occasione e non nel 1997.
Nato a Trieste nel 1939, Claudio Magris è saggista, studioso di letteratura mitteleuropea, scrittore e collaboratore del Corriere della Sera. Tra i suoi libri, Danubio e L'infinito viaggiare.





martedì 6 settembre 2011

La Nona di Beethoven

D'accordo, lo so bene, se proprio proprio vogliamo essere pignoli, un libro interamente dedicato a una sinfonia di Beethoven non è esattamente un libro di viaggio.
D'altra parte, una sezione del blog riguarda la musica da viaggio e solo per mia pigrizia mentale vi figurano brani rock, pop, blues, progressive e niente di classica.
La mancanza è importante e la colrnerò quanto prima, per il momento vi segnalo un libro a mio parere entusiasmante, La Nona di Beethoven di Harvey Sachs, edito da Garzanti.
Non vi nascondo di essere di parte, sono un'amante di Beethoven e adoro la Nona ma ho una cultura musicale limitata, modesta, più che altro mi piace la musica.
Il bello del libro di Sachs è che si rivolge proprio a chi ama la musica ma non ne conosce gli aspetti compositivi, sa che la Nona gli piace ma non saprebbe mai spiegare la tecnica di Beethoven.
Sachs ci guida alla scoperta del contesto in cui è maturato quel capolavoro, inserisce la sinfonia non solo nella vita di Beethoven ma nella storia europea del periodo e solo alla fine prende per mano il lettore e gli fa vivere il processo di creazione della Nona sinfonia.
E alla fine della lettura, l'ascolto della musica è ancora più entusiasmante perché adesso sappiamo anche perché ci piace.
Harvey Sachs, direttore d'orchestra, scrittore, divulgatore, è stato tra l'altro Direttore artistico della Società del Quartetto di Milano. Ha pubblicato, sempre per Garzanti, Nel mio cuore troppo d'assoluto. Le lettere di Arturo Toscanini.

mercoledì 13 aprile 2011

Vado a fare due passi

Un libro che, lo dico subito, non mi è piaciuto.
Vado a fare due passi - Le mie avventure sul Cammino di Santiago de Compostela, di Hape Kerkeling, edito da TEA, è appunto il racconto di un viaggio a piedi verso Santiago de Compostela.
Confesso che non ho letto altri libri sullo stesso argomento, per cui mi mancano termini di paragone, ma il punto è che qui siamo in presenza di un attore comico tedesco che alterna pagine, anche interessanti,  in cui descrive il viaggio, i panorami, i tipi umani che incontra lungo le centinaia di chilometri di sentieri, a pagine di riflessioni sulla esistenza di Dio, su come si manifesta Dio e come si vive la religione.
Ora, sinceramente, Kerkeling non è esattamente il cardinale Martini.

sabato 26 marzo 2011

L'Italia in seconda classe

Nel luglio 2001, Paolo Rumiz, insieme a Francesco Altan ed Emilio Rigatti, va in bicicletta da Trieste a Istanbul e racconta questo incredibile viaggio in Tre Uomini in bicicletta, Feltrinelli editore.
Nell'estate del 2002, evidentemente bisognoso di effettuare un altro viaggio fuori dalla norma, insieme a Marco Paolini, ben noto attore e autore, gira l'Italia in treno, meglio, gira l'Italia viaggiando in treno sulle linee secondarie.
Rumiz e Paolini percorrono 7.480 chilometri, come la Transiberiana dagli Urali a Vladivostok.
Da questa esperienza Paolo Rumiz trae un libro strepitoso, L'Italia in seconda classe, anche questo edito da Feltrinelli, che ci conduce alla scoperta di un Paese sconosciuto, dove ancora si trovano i valori del lavoro, dove conta essere e non apparire, dove le persone si relazionano con le altre persone in modo diretto e spontaneo.
Ventun capitoli, tanti quante sono le tappe del viaggio, ognuno illustrato dai disegni di Altan.
Una lettera agile e veloce ma di sostanza e di gusto.

Marco Paolini, attore e autore teatrale, regista e drammaturgo. Molto noto per Il racconto del Vajont, sulla tragedia della diga del Vajont, e per Il sergente, tratto da Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern.

Tre uomini in bicicletta, di Paolo Rumiz, Francesco Altan, Emilio Rigatti, edito da Feltrinelli, è il racconto del viaggio in bicicletta che, nel luglio 2001, i tre hanno effettuato da Trieste a Istanbul. Duemila chilometri lungo quella che viene chiamata la Grande Diagonale, attraverso Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria e Turchia.

Paolo Rumiz, nato a Trieste, inviato speciale del “Piccolo” di Trieste ed editorialista de “la Repubblica”, esperto del tema delle Heimat e delle identità in Italia e in Europa, dal 1986 segue gli eventi dell’area balcanico-danubiana. Ha vinto il premio Hemingway nel 1993 per i suoi servizi dalla Bosnia e il premio Max David nel 1994 come migliore inviato italiano dell’anno. Ha pubblicato, tra l’altro, Danubio. Storie di una nuova Europa (1990), Vento di terra (1994), Maschere per un massacro (1996), La linea dei mirtilli (1993; 1997), Gerusalemme (2005).

mercoledì 23 marzo 2011

Camminando

Un libro di Pino Cacucci che ho trovato deludente e non all'altezza di altre sue pubblicazioni.
Camminando, Feltrinelli editore, è un insieme di brevi ritratti, alcuni interessanti e riusciti, altri meno, di personaggi incontrati dall'autore nel suo viaggiare principalmente in America Latina.
Una somma di capitoli discontinui e che danno l'idea di episodi singoli, privi di un filo conduttore.
Insomma, a mio parere, un testo lontano dalla forza di Ribelli o di Le balene lo sanno.

Le Balene lo sanno. Viaggio nella California messicana, edito nella collana Feltrinelli Traveller, è un atto di amore di Pino Cacucci per le balene. Un libro ricco di sentimento ma mai stucchevole, pieno di informazioni storiche e scientifiche sui cetacei così come di annotazioni sui paesi attraversati e sugli uomini e le donne che li vivono e che ne hanno fatto la storia, spesso tragica mai banale.

venerdì 18 marzo 2011

Una passeggiata nei boschi

Immaginatevi un uomo di 44 anni, fuori forma e un po' sovrappeso, che, in compagnia di un amico che non vede dai tempi delle scuole superiori, ancora più fuori forma e sovrappeso di lui e con anche qualche problema con l'alcool, decide di affrontare l'Appalachian Trail, un sentiero di 3.400 chilometri che attraversa quattordici Stati americani.
A piedi naturalmente. Non ce la farà mai, state pensando.
In parte avete ragione, Bill Bryson riesce a percorrerne solo 1.400 di chilometri, e ci narra questa sua magnifica avventura in Una passeggiata nei boschi, edito da TEAun buon libro davvero, come d'altronde lo sono tutti i libri di viaggio di Bryson.
Paesaggi, uomini e donne, animali, vegetazione, pezzi di storia degli Stati Uniti raccontati con semplicità, senza retorica, con ironia e umorismo, con partecipazione e calore umano.


America perduta, edito da Feltrinelli, è la storia di un viaggio negli Stati Uniti delle piccole città in cui la vita è rimasta ferma agli anni Cinquanta. Bryson, tornato nel suo Paese dopo aver vissuto in Gran Bretagna, ha percorso oltre 22.000 chilometri, attraverso 38 stati, viaggiando quasi sempre su strade secondarie, da una cittadina all'altra.


In un Paese bruciato dal sole, edito da Guanda, è un gran bel libro, probabilmente il più bel libro di Bill Bryson,  un Bryson che ci racconta  l'Australia da par suo, mescolando paesaggi, contatti umani, flora e fauna.


 

Una città o l'altra, edito da Guanda, è il diario di un viaggio attraverso tutta l'Europa, raccontato da Bill Bryson con la consueta ironia  e intelligenza.


mercoledì 2 marzo 2011

Tre uomini in bicicletta

Un gran bel libro, immediato, spontaneo, godibile, perfino poetico e allo stesso tempo profondo e ricco di informazioni.
Tre uomini in bicicletta, di Paolo Rumiz, Francesco Altan, Emilio Rigatti, edito da Feltrinelli, è il racconto del viaggio in bicicletta che, nel luglio 2001, i tre hanno effettuato da Trieste a Istanbul.
Duemila chilometri lungo quella che viene chiamata la Grande Diagonale, attraverso Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria e Turchia.
Duemila chilometri di panorami, pianure, laghi, fiumi, montagne, caldo e freddo, e poi persone, uomini e donne di razze, religioni e culture diverse, appena usciti da terribili guerre.
Un libro che si beve d'un fiato, come le birre che i nostri tre ciclisti si gustavano alla sera dopo una lunga giornata in sella.
Un libro per appassionati della bicicletta, innanzitutto ma non solo, un libro per chi ama viaggiare, quale che sia il mezzo di trasporto, e capire i Paesi che sta percorrendo e un libro che, forse più di molti saggi, aiuta a capire il mondo tormentato dei Balcani.

Francesco Altan, nato a Treviso, vive ad Aquileia. Autore di fumetti e vignette, collabora con varie testate. È il padre del metalmeccanico vetero-comunista Cipputi e della cagnetta Pimpa, e il creatore di pupazzi e scenografie per il teatro.
Emilio Rigatti è nato a Gorizia nel 1954. Insegnante d’italiano alle scuole medie, usa la bici al posto della macchina e Leopardi al posto della televisione. Non è transgenico ed è biodegrabile.

Paolo Rumiz, nato a Trieste, inviato speciale del “Piccolo” di Trieste ed editorialista de “la Repubblica”, esperto del tema delle Heimat e delle identità in Italia e in Europa, dal 1986 segue gli eventi dell’area balcanico-danubiana. Ha vinto il premio Hemingway nel 1993 per i suoi servizi dalla Bosnia e il premio Max David nel 1994 come migliore inviato italiano dell’anno. Ha pubblicato, tra l’altro, Danubio. Storie di una nuova Europa (1990), Vento di terra (1994), Maschere per un massacro (1996), La linea dei mirtilli (1993; 1997), Gerusalemme (2005).